Se Trump, in Europa, sembra ricercare la pace, altrove, in America Latina, sembra proseguire una politica imperialista e bellicista di ingerenza negli affari di Stati sovrani.
E’ il caso della dichiarazione, da parte del Presidente USA, di chiusura dello spazio aereo del Venezuela, usato come pretesto per combattere il traffico di droga, che ha sollevato le proteste di numerosi leader ed esponenti socialisti, latinoamericani e non.
Fra questi il Presidente socialista della Colombia, Gustavo Petro, il quale, fra le altre cose, sui social, ha dichiarato che “La chiusura dello spazio aereo del Venezuela è completamente illegale. L’ICAO (ovvero l’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile) deve riunirsi immediatamente. (…). L’ordine internazionale deve essere preservato e l’America Latina e i Caraibi devono dirlo senza timore (…). Chiedo al Presidente Trump di ritornare al rispetto dell’ordine giuridico internazionale che è la summa della saggezza della civiltà umana
Chiedo all’Unione Europea, nell’interesse dell’accordo raggiunto tra l’Unione Europea e l’America Latina e i Caraibi, di ordinare la normalizzazione dei voli per il Venezuela o di multare le imprese che non lo fanno.
Chiedo a tutti i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi di riavviare i loro voli normali.
In Colombia devono essere sanzionate le imprese che si rifiutano di assumere i servizi per i quali si sono impegnate; devono seguire le indicazioni dell’ICAO o del governo colombiano.
L’umanità deve essere libera di volare e i cieli devono essere aperti in ogni parte del mondo”.
Dello stesso avviso anche Cuba che, attraverso il Ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, ha parlato di “atto aggressivo per il quale nessuno Stato ha autorità al di fuori dei propri confini nazionali”, invitando la comunità internazionale a “denunciare il preludio a un attacco illegittimo”.
Egli ha altresì sottolineato che “si tratta di una minaccia molto seria al diritto internazionale e di un aumento dell’escalation dell’aggressione militare e della guerra psicologica contro il popolo e il governo venezuelano, con conseguenze incalcolabili e imprevedibili per la pace, la sicurezza e la stabilità in America Latina e nei Caraibi”.
Numerose le proteste provenienti da varie organizzazioni e esponenti latinoamericani e del resto del mondo di ispirazione socialista, fra le quali quelle del deputato peronista argentino Jorge Taiana, il quale ha appoggiato pienamente il discorso del Presidente colombiano Gustavo Petro.
La Repubblica Popolare Cinese, attraverso la portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, alcuni giorni fa, aveva peraltro invitato gli USA a revocare le sanzioni “illegali e unilaterali” imposte al Venezuela e ad adoperarsi per “favorire la pace, la stabilità e lo sviluppo in America Latina e nella regione dei Caraibi”.
Mao Ning aveva altresì affermato che “La Cina si è sempre opposta alle sanzioni unilaterali che non hanno alcun fondamento nel diritto internazionale e non sono autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e si oppone alle forze esterne che interferiscono negli affari interni del Venezuela con qualsiasi pretesto”.
In merito alla questione vi è stata recentemente una telefonata fra il Presidente socialista venezuelano Nicolas Maduro e quello USA, Donald Trump.
Maduro ha definito la conversazione “rispettosa e cordiale” e ha sostenuto la necessità di dialogo fra gli Stati, in particolare in questo assurdo contesto di crescenti minacce e dispiegamento di mezzi militari statunitensi vicino alla costa del Venezuela.
Il Presidente Maduro ha affermato inoltre che “Gli Stati Uniti, tutto il suo popolo, i suoi giovani, sono stanchi di guerre infinite” ed ha sottolineato la necessità di invocare lo spirito dell’”Esercito Unito di Liberazione del XXI secolo”, sottolineando la storica lotta per l’indipendenza e sovranità venezuelana e latinoamericana, iniziata già dal Libertador Simon Bolivar nel XIX Secolo, al quale il socialismo venezuelano si ispira.
Luca Bagatin
